Corrida

(1928)

music: Vincenzo D'Annibale,
lyrics: Pasquale Cristiano.
Instrumental version


Un'errabonda vita di dolore
Quel matador temprò.
Ma lui, serbando un ideal in core,
D'amore divampò.
Idolatrava
La sua Conchita,
La gitanita
Che non l'amò.
Appena fuor dal circo,
Non era più torero,
Ma dolce guitarrero,
Dolente nel cantar
L'ardenza del suo amor:

"Il tuo sorriso
È il talismano
Di quest'espada;
Prigionier son in tua mano:
Se vuoi, vivrò,
Se vuoi, morrò".
E più la lotta
Fu tormentosa,
Veppiù gradita
Gli fu la rosa,
Che, allor, Conchita
A lui lanciò.

Siviglia tutta corse ed ammirare
Chi sempre trionfò,
E tra gli evviva e il suon delle fanfare
La lotta incominciò.
L'assalto audace
Dei piccatori
Gli spettatori
Entusiasmò.
Il matador tentenna…
Il toro inferocito
Levando il suo muggito
L'arriva ad uncinar
Tra grida di terror.

L'abbandonasti
Crudel gitana,
Perciò l'espada
Reputò la vita vana,
Ma non piegò,
Lei s'ammazzò.
Nel punto estremo
Che quel torero
Lasciò la vita,
Il suo pensiero
Fu per Conchita
Che l'obliò.

Sul suo farsetto bianco
Spuntò di sangue un fior.